martedì 31 dicembre 2013

Oltre la chitarra # 3


DISCO DE ORO DEL CHARANGO - ERNESTO CAVOUR

Il Charango


l charango è uno strumento musicale sudamericano a corde, che discende dalla vihuela de mano introdotta dagli spagnoli nelle zone conquistate. Gli indios lo realizzarono, a somiglianza della vihuela, utilizzando quale cassa armonica la corazza del quirquincho (armadillo). Sembra abbia avuto origine a Potosì, in Bolivia, Villa Imperial all'epoca ricchissima, dove fiorì ogni genere di arte a seguito del ritrovamento di miniere d'argento. Può essere definito quale strumento musicale frutto del mestizaje, cioè dell'unione tra la cultura europea e quella degli indios. Il suo bacino di utilizzazione è esteso ai paesi andini del Sudamerica (Bolivia, Perù, Cile, Ecuador e Argentina). In Bolivia e Perù è utilizzato come mezzo di corteggiamento, ed i giovani provvedono, attraverso un rituale, a sirenare il charango per migliorarne la voce ed avere quindi più possibilità di far breccia nel cuore della fanciulla amata La forma dello strumento è quella di una piccola chitarra, a tastiera non libera e con cinque corde doppie da suonarsi a pizzico (tecnica punteada) o eseguendo ritmiche con accordi (tecnica rasgueada); la cassa armonica, originariamente costituita dalla citata corazza, è ora realizzata prevalentemente in legno, essendo l'armadillo tutelato perché in pericolo di estinzione. Originariamente le corde erano di budello, sostituito ora dal nylon che offre maggiori garanzie di precisione nel calibro; tuttavia negli altipiani andini è frequente l'utilizzo di charangos che montano corde metalliche assai sottili che conferiscono allo strumento una sonorità molto caratteristica. In questo caso i charangos, solitamente di dimensioni inferiori, vengono classificati come "chillador". Esiste in diverse versioni di accordatura, spesso non scalare (nel senso che la corda più bassa non è quella più in alto e la più acuta non è più in basso) con la corda centrale ottavata. Sono questi accorgimenti che conferiscono allo strumento un suono particolarmente cristallino e ricco e ne aumentano la sonorità

StuPanda
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Duke Ellington


Swing.
Non si piega, si esprime.

StuPanda

lunedì 30 dicembre 2013

Oltre la chitarra #2


cetra pentatonica e bordone

La Cetra


Con questo termine ci si riferisce impropriamente a un tipo di strumento, la citara (in greco kithàra) in uso nell'Antica Grecia. Lo strumento era inizialmente costruito come la lira ma con una cassa armonica di dimensioni maggiori, in legno. Con queste caratteristiche la cetra ebbe una notevole diffusione sin dall'antica Grecia dov'era suonata da citaredi professionisti; il suo uso inoltre prese corpo anche a Roma e in Corsica. Nel corso dei secoli la sua struttura venne ulteriormente modificata, fino ad arrivare ad intendere per cetra quella che viene più correttamente chiamata cetera, ossia uno strumento dalla cassa di risonanza piatta le cui doppie corde metalliche venivano pizzicate, dotato di un lungo manico e dalla struttura paragonabile a quella di una pera. Questo modello di cetra venne utilizzato soprattutto dal XVI fino al XVIII secolo. Questo strumento, il cui nome deriva dal latino cithara, è chiamato cister in tedesco, cittern in inglese, cistre in francese, cistro, cedra o citola in spagnolo. Con il termine cetra ci si può riferire anche allo zither, uno strumento musicale in uso ancor oggi soprattutto nei paesi meridionali della Germania e in Austria. La storia della cetra si perde nei tempi bui dell'antichità. Dalla lettura della Bibbia veniamo a conoscenza che la usò molto Re Davide per i suoi salmi, tanto che in molti di essi compare il nome di questo strumento musicale. Esso era composto da cinque corde e aveva una piccola cassa di risonanza; per aumentare la tensione della corda si usava ripiegarla con un legnetto intorno alla paletta che poi veniva bloccato con un pezzo di ferro o di legno. Dalle fonti antiche sappiamo che nell'antica Grecia la cetra fu molto spesso utilizzata, sia negli atenei che nelle corti, e troviamo tracce di questo strumento anche nella grande tradizione della mitologia. L'iconografia greca del V e VI secolo, quella relativa alle pitture sui vasi, ci permette di capire la forma che aveva questo strumento che il più delle volte era raffigurato in mano al dio Apollo mentre era intento a suonare. La grandezza è circa la metà della persona umana rappresentata ed aveva una cassa armonica con due bracci, che all'interno erano vuoti, e che collegati tra loro da traversa; tra questa traversa e la base della cassa erano tese le corde. Vi sono tracce di cetre anche nell'impero cinese antico, durante la dinastia Chou. In particolare la prima cetra asiatica fu il Guqin, una cetra a sette corde. La cetra venne usata poi nel Medioevo, in accompagnamento alla lira, al liuto e ai cembali.

StuPanda

Luciano De Crescenzo


C'è il jazz caldo dei primi anni del secolo e c'è il jazz freddo degli ultimi anni. 
Con quello caldo si divertono gli spettatori, con quello freddo si divertono quelli che suonano.

StuPanda 

domenica 29 dicembre 2013

Off topic - classifica 15° giornata



  1. Yj F.C 27 punti, 36 g.f, 27 g.s, +9 m.g, 1158p.p
  2. Real StuPanda f.c, 20 punti, 23 g.f, 25 g.s, -2 m.g, 1078.5 p.p,
  3. Here we Stand s.s 18 punti, 28 g.f, 27 g.s, +1 m.g, 1110,5 p.p,
  4. C.LD. F.C 16 punti, 23 g.f, 29 g.s, -6 m.g, 1072 p.p.

Seu Jorge - Amiga da Minha Mulher - Aula de cavaquinho - TV Cifras

Il Cavaquinho


Un cavaquinhocavacobraguinhabragamachetemachetinho o machete-de-braga è uno strumento musicale, appartenente alla famiglia dei cordofoni; ha un suono più acuto rispetto a quello di una chitarraIl cavaquinho minhoto è riconoscibile dal foro, spesso di forma ellittica invece che circolare, e dalla tastiera che si trova allo stesso livello della cassa di risonanza (non rialzata rispetto a quest'ultima), inoltre è dotato di 12 tasti e viene suonato con la tecnica "rasgado" o "rasgueado", ovvero colpendo le corde con le dita della mano destra, senza plettroIl Cavaquinho di Lisbona e quello di Madeira sono invece strutturalmente più simili al cavaquinho brasiliano, descritto sottoLo strumento è molto popolare Portogallo e viene impiegato nell'esecuzione di musica popolare di quel paese. Il cavaquinho viene usato come strumento di accompagnamento ma anche impiegato nelle orchestre di musica folk. Lo strumento ha quattro corde di budello o metalliche accordate (a partire dalla corda col suono più acuto) in re-si-sol-sol, mi-do#-la-la, mi-re-si-sol, re-si-sol-re o, più raramente, in mi-si-sol-re (viene usato per lo più da suonatori di chitarra che non debbono imparare altri accordi)Esso è uno strumento fondamentale nella popolare portoghese e in particolare nelle formazioni studentesche e popolari chiamate tunasSecondo Gonçalo Sampaio, lo strumento proviene dalla città di Braga. In questa città viene impiegata l'accordatura re-la-si-mi. In Brasile viene utilizzato il cavaquinho brasiliano, con foro circolare e tastiera rialzata rispetto al piano della cassa di risonanza, il manico è dotato generalmente di 17 tasti e lo strumento viene suonato con l'ausilio di un plettro; l'accordatura più diffusa è (a partire dalla corda col suono più acuto) re-si-sol-re (accordatura tradizionale); ma anche l'accordatura "chitarristica" mi-si-sol-re e quella del mandolino mi-la-re-sol (che corrisponde a quella del violino) sono usate, specialmente dai solistiIn Brasile il cavaquinho viene impiegato nel samba, suonato insieme ad altri strumenti come chitarra classica, pandeiro, surdo, tamborim e tantã. Attualmente il cavaquinho è uno strumento obbligato nelle sfilate di samba, come quelle tenute a Rio de Janeiro dalle Scuole di samba durante il Carnevale di Rio. Viene anche utilizzato nell'esecuzione di un altro genere musicale popolare, lo choro, assieme al mandolino, al flauto traverso e alla chitarra classica. Waldir Azevedo è il più noto esecutore di choro che ha usato questo strumento. Il suo successore è oggi Roberto Barbosa. Un'altra virtuosa dello strumento è Luciana Rabello, sorella del grande chitarrista brasiliano Raphael Rabello, ormai scomparso.

StuPanda

Louis Armstrong


Cos'è il Jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai.

StuPanda

sabato 28 dicembre 2013

Diplopenies (bouzouki)

Il Bouzouki


Il bouzouki (μπουζούκι) è uno strumento musicale greco, appartenente ai cordofoni, le cui origini risalgono all'antico strumento chiamato panduroNell'antica Grecia, questo strumento era noto come πανδούρα pandúra e la versione più piccola πανδουρίς pandurís o πανδούριον pandúrion, era chiamato anche τρίχορδος tríchordos perché aveva tre corde. In epoca bizantina viene chiamato ταμπουράς ta(m)bourás. Con l'arrivo degli Ottomani, questi ultimi lo adottano nella loro musica. L'odierno strumento turco tambur è praticamente identico al pandurís. Presso il Museo Storico Nazionale di Atene è in mostra il tambouras del generale Makrijannis (eroe della Rivoluzione Greca del 1821). Questo tambouras presenta le stesse caratteristiche del bouzouki usato dai Rebetes. Il bouzouki originale era a tre doppie corde, tríchordo (τρίχορδο). Dopo la Seconda guerra mondiale, ha fatto la sua apparizione il bouzouki a quattro doppie corde, tetráchordo (τετράχορδο). Il tetráchordo è stato reso popolare da Manolis Chiotis, considerato uno dei grandi virtuosi del bouzouki. Quasi tutti i musicisti che suonano il bouzouki oggi, usano il tetráchordo. Dal bouzouki è nato un altro strumento della musica greca, il baglamasGli irlandesi hanno creato, negli anni '60, una variante di questo strumento denominata bouzouki irlandese, con cassa di risonanza a forma di goccia, e che differisce dall'originale greco per il fondo piatto e per l'accordatura, che nella variante irlandese è per intervalli di quinte sol-re-la-mi oppure la-re-la-re. Il gruppo scozzese "The corries" l'ha utilizzato nel 1968 in una indimenticabile versione di "Flower of Scotland", inno non ufficiale degli scozzesi.
Tra i cantautori italiani che ne hanno fatto uso nei loro concerti si ricorda Fabrizio De AndréIn Italia attualmente Mauro Pagani, polistrumentista, virtuoso dello strumento ed autore, spesso suona in album e nei concerti di vari artisti come strumentista di bouzouki. Il fondo è a doghe, bombato come quello di un mandolino napoletano, di cui è parente stretto. Possiede tre o quattro cori di doppie corde, di cui i due più alti sono solitamente coppie di cantini, mentre le corde basse sono accordate a coppie di ottave. La tecnica tradizionale del bouzouki è basata sul virtuosismo e la velocità dell'esecutore; esempio celebre è il sirtaki, danza greca divenuta famosa grazie al film Zorba il greco (1964), con Anthony Quinn, e caratterizzata da questa rapidità di tocco, spesso riguardante gruppi irregolari di note.
Il manico del bouzouki si chiama mániko (μάνικο), è molto lungo e possiede 26 tasti. È costruito in legno di ebano e spesso è decorato con segnatasti intarsiati in madreperla.
La tavola armonica si chiama kapáki (καπάκι), a forma di goccia, è costruita in legno di abete. La sua parte superiore è quasi sempre decorata con madreperla. La decorazioni, fighúres (φιγούρες), possono coprire 1/4 della tavola (modelli base), 2/4 e infine, nei modelli più costosi, l'intera tavola. Di solito vengono rappresentati motivi floreali o scene personalizzate. La buca, ródha (ρόδα), è rotonda, ovale o di varia forma.
La cassa armonica del bouzouki si chiama skáfos (σκάφος), è costituita da strisce di legno (doghe) attaccate le une alle altre. I tipi di legno frequentemente utilizzati sono palissandro e noce. La qualità dello strumento è migliore quando si usano più doghe. Un bouzouki di livello base ne monta una ventina, mentre i modelli professionali più di 60.
Le accordature usuali sono re-la-fa-do per il tetráchordo e re-la-re per il tríchordo. Tuttavia, queste indicazioni non sono tassative; la sua accordatura è liberamente scelta dal musicista che ne fa uso. Mauro Pagani e Fabrizio De Andrè utilizzano un'accordatura araba re-sol-re-sol, spesso con la corda più bassa alzata di tono re-sol-re-la.

StuPanda

Keith Richards #2


Se non si conosce il blues è inutile prendere la chitarra e suonare rock 'n' roll o qualsiasi altra forma di musica popolare.

StuPanda

giovedì 26 dicembre 2013

Basso elettrico, Forma Mentis, Tiziano Zanotti

Il Basso elettrico


Il basso elettrico (o chitarra basso, più semplicemente noto come basso) è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni (ad amplificazione elettronica) dalla tessitura grave. Il corpo del basso elettrico è solitamente realizzato in legno massiccio (solid body). La forma del corpo, la qualità del legno utilizzato e la tipologia di innesto del manico nel corpo condizionano la qualità del suono dello strumento, ma costituiscono anche un criterio di valutazione che viene influenzato dalle tendenze del periodo. La realizzazione del corpo a strati o in un pezzo unico influisce direttamente sulla compattezza dello strumento, e naturalmente sulla qualità sonora. Il corpo infine può essere verniciato con vernice coprente o meno, oppure rifinito con cera o vernice satinata, permettendo di apprezzarne tutta la bellezza del legno e la cura della costruzione. Sono presenti sul mercato anche bassi elettrici con la cassa armonica cava (hollow body). Il manico ospita la tastiera dello strumento e permette il passaggio delle corde. Termina da un lato con la paletta che, per mezzo delle meccaniche, consente di porre in trazione le corde e di accordarle fino alla tensione desiderata e dall'altro con il corpo dello strumento. È di solito realizzato in diversi strati, anche più di nove. Questo consente all'elemento una sufficiente stabilità per mantenere l'intonazione e un'adeguata capacità di trasmettere le vibrazioni al corpo. Il modo in cui il manico viene congiunto al corpo infatti determina in gran parte il sustain dello strumento. Fra i metodi più diffusi vi sono il "bolt-on neck" ed il "neck through body":
  • il manico bolt-on è avvitato al corpo dello strumento nel quale è stata ricavata un'apposita sede. La precisione della fresatura della sede è determinante ai fini della qualità sonora. In molti strumenti economici, questa lavorazione permette di nascondere eventuali difetti di fabbricazione, che vengono corretti con spessori di legno interposti fra il manico ed il corpo. Questo costituisce una grave perdita di continuità delle vibrazioni.
  • Il manico "neck through body" è inserito nel corpo, o meglio, costituisce la parte centrale del corpo, prolungandosi fino alla fine dello strumento. Questo metodo permette al manico un contatto molto efficace con il corpo, a tutto vantaggio della trasmissione delle vibrazioni.
Non sempre però il manico inserito nel corpo costituisce un vantaggio in termini di trasmissione delle vibrazioni, poiché la vibrazione viene prodotta non solo dalle corde, ma anche dal manico (e dal corpo) del basso stesso. Ora, quando si ha un manico avvitato (che non è quindi un pezzo unico dalla paletta fino all'estremità inferiore dello strumento), la parte di legno sottoposta a vibrazione è più corta e determina quindi una risposta più rapida; in altre parole, un pezzo di legno di mezzo metro di lunghezza sottoposto ad una sollecitazione vibra in un tempo minore rispetto ad uno di un metro; ne consegue che un basso con manico avvitato ha una risposta di suono più immediata e quindi un attacco decisamente più rapido. In definitiva, i bassi neck-thru hanno una trasmissione delle vibrazioni buona, ma sicuramente più lenta rispetto a quelli bolt-on.La tastiera del basso elettrico, come negli altri strumenti a corda, è quella superficie di legno su cui è possibile premere le corde per variare l'intonazione della nota prodotta. La tastiera del basso elettrico può ospitare i tasti oppure esserne priva (fretless). È oramai di uso comune indicare come fretted le tastiere provviste di tasti (frets). Nel secondo caso invece, nei bassi elettrici fretless (senza tasti), l'altezza della nota prodotta varia spostando il punto in cui la corda viene premuta sulla tastiera. Essendo prive dei tasti, e non essendo indicate solitamente le posizioni delle note, i bassi di questa categoria (cosiddetti "bassi a tastiera cieca" o "bassi ciechi") necessitano di una buona conoscenza dello strumento per emettere suoni intonati. Tuttavia alcuni bassi fretless riportano, al posto dei tasti, degli inserti in legno di tipologia differente da quello della tastiera, che consentono all'esecutore di individuare la posizione della nota cercata. Con questa tastiera sono disponibili tecniche avanzate come uno slide più stridente e lo slittamento degli armonici stessi. Maestro di quest'arte, precursore di questa particolare tastiera, fu Jaco Pastorius.Nel primo caso, ogni tasto definisce l'avanzamento di un semitono della nota prodotta. Il tasto è una barretta metallica inserita nella tastiera perpendicolarmente alle corde. Le tastiere più comuni ospitano da 20 a 24 tasti o posti. I legni più utilizzati con cui si realizzano le tastiere dei bassi elettrici sono l'ebano, estremamente duro e liscio (perfetto per i bassi fretless), ed il palissandro, meno pregiato anche a causa della maggiore porosità del legno che a suo vantaggio offre una minore deformazione dovuta agli agenti atmosferici (variazioni di temperatura, umidità, eccetera). Altresì frequenti il palissandro brasiliano (detto anche Pao Ferro) più duro dell'africano, e l'acero. Negli ultimi anni, sulla scia dei bassi costruiti da Steinberger, è invalso l'uso di materiali sintetici, anche solo per le tastiere, come per i costruttori italiani Laurus e Manne, che usano una particolare resina fenolica. Le corde del basso elettrico sono prevalentemente in acciaio, con un'anima solida, che può essere a sezione circolare o esagonale, ed un avvolgimento esterno che consente alla corda di raggiungere una massa tale da collocarla, nello spettro, all'ottava giusta. I materiali più usati sono l'acciaio o il nichel, con differenze timbriche fra le due soluzioni. In alcuni casi la corda metallica può essere rivestita in materiale sintetico. Altra importante caratteristica è il tipo di avvolgimento, cosa che determina il tipo di superficie della corda, che può essere ruvida, semi-liscia e liscia. Alcuni modelli di bassi sperimentali presentano delle corde in silicone. Il basso tradizionale, nato come "evoluzione" del contrabbasso, presenta il suo stesso numero di corde, quattro, con la medesima accordatura: Sol, Re, La, Mi (in ordine di altezza dalla più acuta alla più grave). Già negli anni settanta alcune aziende artigianali (come ad esempio l'Alembic) realizzavano bassi ad 8 corde (con ogni corda doppiata da un'altra accordata un'ottava più alta) creando un effetto simile alla chitarra a 12 corde. Sul finire degli anni ottanta, dopo diverse sperimentazioni e prototipi realizzati, iniziarono ad avere sempre più mercato bassi a 5 (Sol, Re, La, Mi, Si come consuetudine anche se qualcuno optava per Do, Sol, Re, La, Mi) e 6 corde (Do, Sol, Re, La, Mi, Si). Con l'aumentare del livello tecnico dei musicisti e l'avvento di tecniche particolari di esecuzione come il tapping (ovvero suonare con entrambe le mani sulla tastiera dello strumento) il numero delle corde è salito considerevolmente. Sono sempre più i musicisti che richiedono la realizzazione di bassi a 10 (5 in doppia corda come per l'8) o 12 corde (3 per tono addirittura), strumenti in grado di ricoprire il registro sia della chitarra che del basso tradizionale. Tuttavia, nella storia del basso elettrico si trovano anche strumenti con 2 (vedi Sleeping My Day Away dei D-A-D), 7, 8, 9, 10, 11 e 12 corde (singole, non doppiate) grazie soprattutto al livello qualitativo delle aziende artigiane, in grado di realizzare praticamente qualsiasi richiesta dei loro clienti.Anche il basso elettrico come la chitarra elettrica ha bisogno di esser amplificato tramite dei pick-up. Esistono vari modelli di pick-up che cambiano a seconda del genere per il quale il basso è progettato. Il più diffuso è lo split-coil (chiamato "tipo Precision" o "P" dal nome del basso per il quale è stato ideato), composto da due bobine ognuna con 4 magneti (due per corda). Segue il single-coil (chiamato "tipo Jazz" o "J" dal nome del basso più popolare con questa tipologia di pick-up), composto da un unico corpo allungato che interessa tutte le corde. Col tempo, di pari passo con il variare delle esigenze sonore degli artisti, si sono aggiunte altre tipologie di pick-up: fra i più comuni ricordiamo l'humbucker tipo Music-Man (o "MM", dal nome del basso per il quale è stato ideato), costituito da due avvolgimenti paralleli con 2 magneti per corda (1 per avvolgimento, di solito di 5mm), seguono le Soap-Bar (cover più stretta di quella del MM, può contenere al suo interno qualsiasi tipologia di pickup) e i meno famosi double-coil (due single-coil posti parallelamente). Solitamente i pick-up sono passivi, ma alcuni modelli (come gli EMG) hanno un preamplificatore integrato che necessita di alimentazione dedicata, tipicamente una batteria da 9 V. Tutti i bassi elettrici dispongono di una circuiteria che permette il controllo sul suono dello strumento che può essere attiva o passiva. Nei circuiti passivi si fa uso di pochi componenti elettronici, come potenziometri e condensatori, che possono solo modificare il volume e applicare un filtro passivo di tipo passa-basso al segnale. Il suono dello strumento sotto forma di segnale elettrico è quindi condotto all'amplificatore per mezzo di un conduttore elettrico schermato (il classico cavo). Nei bassi elettrici attivi è invece presente una circuiteria elettronica alimentata da batterie. Questa permette di equalizzare il suono con sofisticati filtri attivi, capaci di aumentare o diminuire le frequenze impostate anche fino a 20 decibel. Solitamente permettono di intervenire su due o tre bande di equalizzazione e vengono alimentate da una o, più raramente, da due batterie da 9 Volt. Inoltre, il debole segnale presente all'uscita del pick-up viene amplificato dal circuito prima di essere convogliato nel conduttore elettrico che porta all'amplificatore. Questo aumenta notevolmente la reiezione del segnale elettrico ai disturbi. In genere questi strumenti presentano una circuteria esclusivamente "attiva" o "passiva"; ciononostante alcuni modelli sono in grado tramite un selettore di ricorrere ad entrambe le soluzioni. Il ponte la struttura alla quale si ancorano le corde ed è fissato sulla superficie anteriore del corpo nella stragrande maggioranza dei casi. Di solito è fabbricato in metallo, ma in qualche caso anche in legno. Trasmette le vibrazioni della corda al corpo e partecipa cospicuamente alla caratterizzazione del timbro dello strumento. Quanto più è massiccio, tanto maggiore è il sustain delle note suonate. La sua caratterizzazione del suono ha fatto sì che si sia creato un attivo mercato di ponti, che vanno a sostituire gli originali montati dai fabbricanti. Può incorporare un pick-up piezoelettrico sensibile alla pressione diretta delle corde che trasduce le vibrazioni di corde non metalliche, cosa che i pick-up magnetici non possono fare. Il capotasto, detto anche "nut", è la struttura posta al termine della tastiera, dal lato della paletta, su cui appoggiano le corde all'uscita dalle meccaniche. Viene costruito in vari materiali, come l'osso, materiali sintetici o metalli come l'ottone. Ha il compito di dare alle corde la corretta spaziatura e trasmettere al manico le vibrazioni. Il truss rod è un'asta metallica curva, di solito a concavità anteriore, contenuta nello spessore del manico che, sottoposta a tensione tramite un bullone installato ad una delle sue estremità, controbilancia la tensione esercitata sul manico stesso dalle corde evitando che si deformi, compromettendo la suonabilità e l'intonazione dello strumento.

StuPanda

Keith Richards


Per fare un disco rock, la tecnologia è la cosa meno importante.

StuPanda

mercoledì 25 dicembre 2013

Stefano Francazio - Acoustic Bass Solos (Medley)

Il Basso acustico


Il basso acustico è uno strumento musicale acustico simile alla chitarra classica e con caratteristiche che lo rendono simile anche al contrabbasso (registro e funzione di accompagnamento); è solitamente munito di quattro corde (dalla più grave alla più acuta mi, la, re, sol) ne esistono anche versioni estese a cinque corde (si, mi, la, re, sol). La sesta corda è generalmente più utilizzata nel basso elettrico. Il suono è grave ("basso") e si usa prevalentemente nella sezione ritmica. Lo strumento è suonato pizzicando le corde con indice e medio della mano destra nella tecnica a due dita; indice, medio e anulare nella tecnica a tre dita. Un'altra tecnica che lo porta ad assomigliare maggiormente ad una chitarra è l'uso di un plettro. Può essere amplificato tramite pick up o microfonato per i concerti. Il basso è generalmente uno strumento monofonico: le note sono emesse una alla volta mentre gli accordi vengono suonati raramente, data la funzione dello strumento.Il primo basso acustico moderno è stato sviluppato agli inizi degli anni settanta da Ernie Ball di San Luis Obispo, in California. Lo scopo di questa "innovazione musicale" era fornire ai bassisti uno strumento acustico che si potesse integrare meglio con il suono delle chitarre acustiche. Oggi viene prodotto da diverse marche quali: Alvarez, Eston, Gibson, Fender, Ibanez (linea Prestige), Ovation, Tacoma, Cort, Maton.

StuPanda

Tanti Auguri di Buon Natale



Tanti auguri di buon natale!!

StuPanda

martedì 24 dicembre 2013

The Dubliners - Barney's Banjo Solo

Il Banjo


Il banjo è un cordofono di origini africane, già popolare tra i neri americani durante la Guerra di secessione americana nella sua versione a cinque corde e da allora largamente usato nella musica tradizionale nordamericana
Alcuni studiosi fanno risalire le origini del banjo nella sua forma attuale attorno alla prima metà dell'Ottocento, quando lo strumento assunse la sua forma attuale di cassa armonica costruita come un tamburo, con un meccanismo per regolare la tensione della pelle (e non più ricavata da una zucca essiccata con una pelle inchiodata), dotata di un manico con quattro corde lunghe e una più corta, suonata dal pollice, usata come bordone acuto. Lo stesso nome "banjo" potrebbe essere una corruzione di bandore o pandura, uno strumento musicale del tipo della chitarra, oppure deriva da bania (o banjar), il nome di uno strumento primitivo similare del Senegambia
La sua caratteristica preminente è data dalla cassa di risonanza, la cui tavola armonica non è di legno come quella della maggior parte degli strumenti a pizzico ma è costituita da una pelle tesa su una cassa circolare. 
La parte dello strumento che produce il suono (in inglese pot) è realizzata con diverse tecniche costruttive. 
La più tipica, riconosciuta in liuteria come quella «ufficiale» e che nel corso degli ultimi centocinquant'anni ha incorporato la maggior parte delle innovazioni tecnologiche raggiungendo lo stato dell'arte attorno al 1930, è una struttura composita costituita da una fascia a forma di corona circolare (rim), ricavata da più strati o blocchi di legno e successivamente tornita, alla quale è innestato il manico. 
Sulla sommità della fascia è incastonato un anello di risonanza (tone ring), a seconda dei casi ottenuto per calandratura e saldatura da un profilato d'ottone a sezione tonda o piatta oppure tornito da una fusione in lega d'ottone o bronzo, sul quale è tesa la pelle. Un congruo numero di tiranti (brackets, normalmente 24 ma le eccezioni sono tutt'altro che rare) ospitati dai caratteristici ricettacoli (bracket shoes) ancorati alla fascia oppure passanti attraverso una struttura portante collocata nella parte bassa della medesima, che in questo caso funge anche da flangia di raccordo tra l'esterno della fascia e l'interno del risonatore, provvede alla tensione della pelle mediante un cerchio scanalato o munito di tacche (tension hoop) che preme sul bordo della pelle, quest'ultimo avvolto attorno ad un sottile profilato metallico (flesh hoop) se la pelle è organica o saldato ad esso (head collar) se sintetica. 
La cassa può essere o meno completata dal risonatore (resonator); questo, che appare come una sorta di 'padella' rotonda di legno, si raccorda alla fascia mediante una flangia metallica artisticamente traforata e ne chiude parzialmente la parte posteriore creando una camera di risonanza; ha la doppia funzione di riflettere le onde sonore all'esterno ma soprattutto verso l'interno della cassa donando allo strumento, oltre ad un maggior volume, caratteristiche timbriche e risposta dinamica assai differenti rispetto al banjo a fondo aperto. 
In un altro stile costruttivo meno diffuso, conosciuto come zither banjo e perfezionato nel Regno Unito, il meccanismo di tensione della pelle è per così dire integrato all'interno al risonatore, il quale costituisce struttura portante della cassa armonica e ne ospita gli altri elementi meccanici oltre a dare attacco al manico. 
La flangia, che in questo caso funge da cerchio tendipelle ma con cinematismo invertito (la pelle è tenuta in tensione da un anello metallico flottante spinto verso l'alto dalla tiranteria), viene fissata al bordo superiore del risonatore e assieme alla pelle ne costituisce una sorta di coperchio. 
La pelle oggigiorno è una sottile membrana di mylar, materiale sintetico utilizzato sulla maggior parte dei banjo contemporanei che richiedono un timbro alquanto brillante; nelle versioni «classiche» o antiche viene mantenuto l'uso tradizionale di una pelle organica, generalmente di vitello o di capra, la quale impartisce allo strumento un timbro più morbido ed omogeneo. 
Le corde, agganciate ad una cordiera metallica in alcuni casi molto elaborata, trasmettono il suono alla pelle mediante un sottile ponticello in legno dal caratteristico disegno ad arcate. 
La stessa cordiera si è evoluta nel tempo da semplice sede di ancoraggio delle corde a dispositivo in grado di influire sensibilmente sulla timbrica e sulla risposta dello strumento in virtù della propria massa e della pressione esercitata sul ponticello; questa soluzione è in genere sfruttata dai banjo dotati di risonatore. 
Lo strumento può essere costruito con diversi legni, le cui caratteristiche contribuiscono oltremodo a determinarne la timbrica al pari della tipologia costruttiva della cassa: per la fascia si usa quasi solo l'acero, mentre per manico e risonatore (quando è presente) si utilizzano in genere acero, mogano o noce
La tastiera, spesso filettata e negli strumenti più pregiati intarsiata con i tradizionali segnatasti floreali in madreperla, è di ebano o palissandro
Negli strumenti più antichi era priva di tasti, configurazione ancor oggi mantenuta sulle moderne repliche dei banjo diffusi all'epoca della Guerra civile americana
Le parti metalliche sono in acciaio e ottone, in genere nichelate ma anche cromate o dorate, e negli strumenti di pregio sono spesso riccamente cesellate. 
Le meccaniche di accordatura hanno conservato l'aspetto tradizionale «in linea» degli antichi piroli a frizione, gli stessi in uso sugli strumenti ad arco e sui liuti, grazie all'adozione di ingranaggi epicicloidali (planetary) al posto del sistema a vite senza fine e corona dentata (worm and gear) utilizzato su altri strumenti a corda e sul contrabbasso
Quasi tutti i banjo a quattro corde di concezione moderna hanno il risonatore; gli strumenti contemporanei che ne sono privi (open back) sono per lo più a cinque corde. In genere associato a due distinte tipologie di anello di risonanza (a profilo cilindrico, flathead, o a tronco di cono, archtop), il banjo con risonatore è uno strumento dal timbro secco e schioccante, con notevole volume d'emissione ed ampio spettro armonico; la versione a cinque corde è tipicamente usata nella musica bluegrass, di cui costituisce un elemento imprescindibile. 
Il tipo senza risonatore è caratterizzato da un transitorio d'attacco meno marcato e da un volume di suono inferiore, compensato da un sostegno prolungato e da una gamma timbrica più dolce. 
È tradizionalmente impiegato nella musica old time nordamericana dove la tecnica in uso (denominata frailing o clawhammer), unica rispetto a quella di qualunque altro cordofono, si è evoluta principalmente in funzione dell'accompagnamento al violino nell'esecuzione di musiche rurali da danza e sfrutta al massimo grado le naturali doti ritmiche e contrappuntistiche dello strumento Nel banjo tenore, il cui nome curiosamente non corrisponde all'effettiva tessitura armonica, l'accordatura normale è quella per quinte giuste (DO-SOL-RE-LA, equivalente a quella della viola e della mandola contralto: dovrebbe pertanto chiamarsi 'banjo contralto'). 
Nella musica irlandese è tuttavia largamente utilizzata l'accordatura (SOL-RE-LA-MI) sia sul banjo a 19 tasti, sia soprattutto sulla versione a 17 tasti e scala ridotta. 
Questo consente al banjo di doppiare le stesse partiture di fiddle e mandolino, ma un'ottava più bassa. L'accordatura SOL-RE-LA-MI è stata diffusa principalmente da Barney McKenna dei The Dubliners e da allora resta la più utilizzata nell'ambiente folk irlandese e celtico. 
Nella versione a 19 tasti l'estensione è di tre ottave e una terza maggiore; il banjo plectrum, usualmente accordato DO-SOL-SI-RE (oppure RE-SOL-SI-MI, come le prime quattro corde della chitarra in ordine 4-3-2-1, la cosiddetta accordatura Chicago), ha un'estensione di tre ottave. 
Entrambi si suonano con il plettro
L'estensione del banjo a cinque corde in accordatura standard, due ottave ed una settima minore, è inferiore a quella del banjo tenore; tuttavia questa limitazione viene ampiamente compensata dalla versatilità della tecnica di arpeggio utilizzata sullo strumento.Il banjo può avere quattro corde (banjo tenore a 19 tasti, banjo tenore irlandese (o scala corta) a 17 tasti, banjo plectrum a 22 tasti) o cinque corde (banjo a cinque corde a 22 tasti). Quest'ultimo è l'archetipo, il banjo per antonomasia; dal punto di vista organologico rappresenta l'evoluzione dei suoi antenati, rudimentali strumenti a tre corde dalla cassa ricavata da una zucca essiccata cui veniva inchiodata una pelle animale, e da esso si sono in seguito sviluppati tutti gli altri tipi di banjo. 
La quinta corda, che suonata a vuoto dà la nota più acuta, è più corta delle altre. 
Posizionata sopra la quarta corda, quella che produce la nota più grave, è allineata con le altre all'altezza del ponticello ma l'altro capo non arriva alla paletta: viene accordata da una meccanica innestata all'altezza del 5º tasto nel lato superiore del manico, dove quest'ultimo si allarga per ospitarla. In origine il banjo montava corde in budello; successivamente, di pari passo con l'evoluzione dello strumento, le tecniche impiegate e le esigenze timbriche, furono adottate corde metalliche; oggigiorno sono in uso entrambe le incordature, acciaio e nylon, in linea con le caratteristiche organologiche e gli stili esecutivi di entrambi i tipi di banjo.

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