giovedì 20 febbraio 2014

Il Corno Inglese


 

Il corno inglese è uno strumento musicale a fiato ad ancia doppia e canna conica, usato non solo in ambito orchestrale ma anche come strumento bandistico. Una teoria è che il suo nome derivi dall'espressione francese corne d'angle o cor anglé, quindi "angolato", per l'angolo che presentava al centro della canna, successivamente tradotta erroneamente "inglese" . La teoria è dibattuta. Si tratta in effetti di un oboe contralto, la cui estensione è una quinta giusta sotto quella dell'oboe. Si diffuse nella prima metà del XVIII secolo come modificazione dell'oboe da caccia (quello utilizzato da Johann Sebastian Bach). L'estensione va dal mi sotto il do centrale fino al si bemolle, una quattordicesima sopra il do centrale. Come l'oboe, anche il corno inglese è uno strumento difficile da suonare, per la capacità di "fiato" richiesta e per la difficoltà di mantenere una corretta imboccatura. Un musicista professionista ha paragonato lo sforzo di suonare il corno inglese a quello di gonfiare palloncini consecutivamente per ore. Il confronto è tuttavia esagerato: per quanto faticoso, il corno inglese è senz'altro meno impegnativo dell'oboe. Rispetto a quest'ultimo, difatti, il corno inglese possiede un'ancia più larga che ne agevola l'emissione del suono. Coloro che lo suonano, inoltre, potrebbero rischiare la tendinite o la sindrome del tunnel carpale, a causa del peso dello strumento da sostenere per lunghi periodi. Onde evitare questo pericolo, il suonatore del corno inglese assicura il proprio strumento al collo tramite un apposito cordino o cinghietto, come fanno anche i fagottisti e i saxofonisti. Da notare ancora che mentre nell'oboe il cannello con l'ancia doppia si inserisce direttamente nel pezzo superiore dello strumento, il corno inglese si avvale di un tubicino metallico inclinato, chiamato "esse" per la sua forma, che fa da interfaccia tra il cannello e lo strumento stesso. Ampiamente utilizzato dai compositori precedenti a Bach, è solo con Generali, che nel 1808 lo impiega in un'aria di Le Lagrime di una vedova e nel 1810 in Adelina, poi con Rossini, nell'ouverture del Guglielmo Tell, che il corno inglese assume il ruolo di strumento solista, grazie alla trasognata, melanconica e penetrante voce che lo rende particolarmente adatto per lenti e lunghi assoli di natura pastorale. In tempi più recenti Berlioz lo ha impiegato nel'ouverture Il Carnevale Romano (parte dell'opera Benvenuto Cellini), Wagner nel Tristano e Isotta, Dvořák nella sinfonia Dal nuovo mondo, Rodrigo nell'adagio del Concierto de Aranjuez e Jean Sibelius ne Il cigno di Tuonela. Nell'organaria ottocentesca lombarda, si trova un registro ad ancia di 16' detto Corno Inglese. Esso è solitamente un registro da concerto soprano, cioè ha solo la metà superiore della tastiera. Compositori come Padre Davide da Bergamo, Quirici, Fumagalli e Bodro hanno dedicato composizioni con l'uso del registro di Corno Inglese solista.

StuPanda

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