La piva o piva emiliana è una cornamusa italiana in uso nell'Appennino parmense e piacentino. Nel Piacentino si diffuse prevalentemente nelle valli del Nure e dell'Arda, mentre nelle restanti vallate prese piede l'utilizzo della müsa. L'uso di questo strumento venne abbandonato nel periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale. Era uno strumento solista usato prevalentemente per il ballo. Dagli anni ottanta del secolo scorso è iniziato un recupero dello strumento ad opera di numerosi gruppi musicali attivi nel Modenese e in altre zone dell'Emilia-Romagna. La piva è composta da una canna con fori digitali (chanter o s-cella in dialetto parmense), da due canne di bordone (maggiore e minore) e da una detta insufflatore. Tutte e tre sono inserite in unotre di pelle che costituisce il serbatoio dell'aria. L'otre è in pelle conciata, tradizionalmente di capretto, che viene cucita nella parte posteriore e si utilizzano le aperture di collo e zampe anteriori per l'inserimento, del chanter e dei bordoni, mentre viene fatto un apposito taglio per l'insufflatore. Il chanter, ad ancia doppia, è costruito in un unico pezzo di legno, lavorato al tornio, con sette fori per le dita nella sua parte anteriore, il foro per il mignolo è doppio per permettere l'uso dello strumento a destrimani e mancini (quello non utilizzato viene tappato con cera). Possiede altri fori chiusi detti di intonazione. Il bordone minore, ad ancia semplice, è costituito da due pezzi, lavorati al tornio, produce un suono un'ottava sotto rispetto alla nota più grave del chanter, viene tenuto appoggiato all'avambraccio. Il bordone maggiore, ad ancia semplice, è costituito da tre pezzi e produce un suono due ottave sotto alla nota più grave del chanter, la canna del bordone maggiore viene tenuta appoggiata alla spalla. Il fatto che i bordoni siano composti da più pezzi permette al musicista di accordarli prima di suonare, accorciando o allungando la lunghezza complessiva delle canne facendo scorrere avanti e indietro i singoli segmenti delle parti in innesto. L'insufflatore permette al musicista di immettere il fiato dentro l'otre che lo distribuisce in modo costante a chanter e bordoni, con la pressione che l'avambraccio esercita sull'otre stessa. Alcune pive raccolte da Ettore Guatelli sono conservate al museo etnografico di Ozzano Taro (PR).
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