venerdì 31 gennaio 2014

Chitarre particolari # 12


Oltre la chitarra # 33


Augustus Pablo - Jah Light (Melodica Version)

La Melodica


La melodica è uno strumento musicale simile all'accordeon e all'armonica: si tratta di un aerofono ad ance dotato di tastiera.Lo strumento è noto anche con altri nomi: diamonica, clavietta, pianica.Il suo uso è prevalentemente didattico: è usata a scuola, nelle lezioni di musica rivolte ai ragazzi. Lo strumento, costruito da Hohner come variante dell'armonica a bocca, è composto fondamentalmente da due elementi: una piccola tastiera, un bocchino ed un tubo di plastica opzionale. La tastiera è simile a quella di una fisarmonica e nei modelli più diffusi ha un'estensione di due ottave (25 tasti) o due ottave e mezzo (32 tasti). Il tubo, munito di un beccuccio di plastica, si collega alla tastiera e consente di soffiare aria nello strumento in modo agevole, mantenendo la tastiera su un piano d'appoggio. Con alcuni modelli è comunque possibile staccare il tubo e soffiare direttamente nello strumento come fosse un flauto. Il suono della diamonica viene prodotto con una tecnica del tutto simile a quella della fisarmonica. Lo strumento ha al suo interno delle ance libere ovvero piccole lamelle d'acciaio intonate, controllate da valvole collegate ai tasti. Le ance vibrando producono il suono. Questo strumento esiste anche in altre varianti, come l'accordina (clavietta trasversale con bottoni Fabbricata in Francia) e il vibrandoneon (con bottoni o tastiera ma con il corpo diritto). Il nome più celebre legato all'uso della melodica è quello del musicista reggae Augustus Pablo. Da ricordare anche l'utilizzo della melodica nel brano Il Futuro dei Baustelle, che genera un'ambientazione malinconica.

StuPanda 

Miles Davis


La musica e la vita sono solo questioni di stile.

StuPanda

giovedì 30 gennaio 2014

Chitarre particolari # 11


Oltre la chitarra # 32 for ladies edition


fisarmonica indiavolata.mp4

La Fisarmonica


La fisarmonica cromatica, o, più comunemente, fisarmonica, (dal greco fissò + armonikòs, φυσώ + αρμονικός, soffio + armonico) in francese "accordéon" (a + còrdion, α + χόρδιον, ossia senza corda) è uno strumento musicale aerofono con mantice ad ancia libera; è stata per lunghi anni uno strumento folcloristico legato alla tradizione della danza popolare. Il primo brevetto di un accordion, termine oggi usato in molte lingue (pur con varianti grafiche) per indicare la fisarmonica, fu depositato il 6 maggio del 1829 a Vienna dal costruttore di organi e pianoforti Cyrill Demian e dai suoi figli Carl e Guido. Le evoluzioni tecniche e costruttive dello strumento hanno sempre più perfezionato il suo timbro e la sua intonazione, favorendo la presenza dello strumento anche in ambiti musicali più colti. Tale bottoniera di sinistra è tipicamente costituita da due file di bottoni relativi al registro basso (chiamate rispettivamente, dei "Bassi" e dei "Contrabbassi") dove ad ogni bottone corrisponde una singola nota e tali note sono disposte per ordine di quinta; seguono altre tre o quattro file di bottoni tipicamente relative al registro immediatamente più acuto, quest'ultime possono avere funzioni diverse a seconda dello strumento, ma in generale prevalgono due filosofie: quella dei "bassi sciolti" e quella dei "bassi standard". Nella sistemazione a "bassi standard" le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" suonano non una singola nota ciascuno, bensì un accordo (di due o più note), e sono raggruppate in base alla triade o quadriade che consentono di formare in associazione col bottone di "basso" immediatamente allineato: la usuale posizione di esecuzione prevede la posizione del quarto dito (anulare) sul "basso" (che tipicamente è la tonica dell'accordo), e del il terzo e secondo dito sugli adiacenti bottoni degli accordi. Nella sistemazione a "bassi sciolti" invece anche le file di bottoni ulteriori a "bassi" e "contrabbassi" suonano anch'essi una sola nota ciascuno, e in queste file complessivamente si osservano disposizioni tipicamente cromatiche delle note, anche se con disposizioni variegate rispetto alla fila dei bassi: questa disposizione è preferita nella musica colta in contrapposizione alla precedente che è invece tipica della musica tradizionale, ma nonostante questo la più diffusa. In ogni caso il pollice è l'unico dito che non viene utilizzato su questa bottoniera ma serve unicamente per equilibrare la mano e per premere il bottone laterale al mantice, che, aprendo i fori dell'aria, permette una maggiore velocità di chiusura e di apertura del mantice stesso. Le fisarmoniche cromatiche possono avere da 48 a 120 bassi: questo misura l'estensione complessiva delle file della bottoniera, e di conseguenza l'estensione complessiva dell'intonazione della stessa.La fisarmonica comprende due bottoniere, una a destra e una a sinistra che, si suonano con le relative mani. La bottoniera sinistra ha solitamente (ma non sempre) il compito di fornire l'accompagnamento musicale e scandire il ritmo, suonando prevalentemente nel registro più grave rispetto a quello bottoniera di destra, su cui invece si suonano tipicamente le melodie. La seconda bottoniera, sul lato destro, è detta "bottoniera cantabile", e può essere alternativamente costituita da una tipica tastiera di tipo organistico (detta anche "tipo pianoforte", fatta di 41 tasti di cui 17 neri e 24 bianchi) o da un sistema di bottoni disposti cromaticamente. La bottoniera in formato "organo" (o "tipo pianoforte") ha un metodo d'utilizzo del tutto uguale a quello di un normale organo, tuttavia la disposizione verticale dei tasti ne aumenta la difficoltà di utilizzo ed di esecuzione. Essa è differente da quella del pianoforte sia per le caratteristiche meccaniche di azionamento del tasto, sia per la corsa del tasto (che è inferiore), sia per il fatto che la dinamica dei suoni (cioè il loro volume individuale) non viene prodotto dalla differente pressione delle dita sullo strumento ma è la conseguenza della diversa velocità di apertura del mantice, e quindi un'apertura più lenta produrrà un suono più debole, mentre da un'apertura "energica" emergerà un suono più forte. La bottoniera con sistema a bottoni, invece, presenta 3, 4, 5 o 6 file di bottoni, è denominata "fisarmonica cromatica sistema a bottoni" o più comunemente "fisarmonica a bottoni", e talvolta impropriamente "fisarmonica cromatica" anche se pure la versione con tastiera di tipo organistico è parimenti "cromatica". Esistono diverse disposizioni dei bottoni, le più comuni sono il C-Griff (o sistema italiano) e il B-Griff (sistema russo). Esistono inoltre fisarmoniche diatoniche, chiamate anche organetti, caratterizzate da un minor numero di bassi (generalmente 2, 4, 8 o 12), dal poter suonare agevolmente solo in determinate tonalità. Questi strumenti sono tipicamente bitonici, ovvero premendo lo stesso tasto suonano due note diverse a seconda del verso del mantice (che può essere in apertura o in chiusura). Le tradizionali fisarmoniche cromatiche (sia a piano sia a bottoni) sono invece strumenti unitonici (un tasto produce una sola nota indipendentemente dal verso del mantice), anche se esistono strumenti simili alla fisarmonica (come alcune tipologie di Bandoneon) che pur essendo cromatici, cioè consentendo di suonare in qualsiasi tonalità, sono contemporaneamente bitonici. Il cuore della fisarmonica è il mantice, che viene azionato dall'esecutore per immettere l'aria necessaria a far vibrare le ance. Le ance sono piccole lame d'acciaio intonate, controllate da valvole collegate ai tasti, che vibrando producono il suono; esse sono montate su appositi supporti di legno detti sonieri, e in base al loro timbro vengono divise in registri. Il registro più basso si chiama 16 ed è traspositore, cioè abbassa l'altezza dei suoni di una ottava, quello di mezzo si chiama 8 e quello alto si chiama 4. L'8 e il 4 non sono registri traspositori, difatti le combinazioni dei registri vengono ordinate dal registro più basso. Le fisarmoniche possono essere classificate in tre grandi tipi: le fisarmoniche da liscio, le fisarmoniche da concerto e le fisarmoniche da studio. Ognuna di queste categorie ha delle caratteristiche proprie. Normalmente una media fisarmonica da liscio ha 3 voci alla mano destra (ottava bassa, ottava centrale, ottava centrale battente, cioè leggermente "stonata") e 5 alla sinistra, per cui viene detta "in terza e quinta". in genere queste fisarmoniche sono colorate con colori molto sgargianti e decorate con scritte in madreperla. Questo per una questione di estetica. Esistono strumenti da concerto, dalle performance maggiori, che presentano fino a 5 voci alla destra e 7 alla sinistra. I registri sono combinazioni di voci, cioè quelle leve presenti sulla cassa armonica che cambiano istantaneamente più voci nello stesso tempo. Alcuni nomi di combinazioni che si possono trovare sono: "Master" (tutti le voci inserite); "Bassoon" (solo ottava bassa); "Clarinet" (solo ottava reale); "Flute" (solo ottava reale ma con un timbro diverso); "Piccolo" (solo ottava alta); "Bandoneon" (ottava bassa + centrale); "Violin", "Musette", "Voce celeste" (ottava centrale più uno o due registri battenti); "Accordion" (ottava bassa + reale + reale battente); "Organ" (ottava bassa + reale + alta). In termini più precisi questi registri si chiamano 16-8-4 (master); 16 (bassoon); 4 (piccolo); 16-8 (bandoneon) ecc. le combinazioni di registri variano a seconda delle fisarmonoiche: le fisarmoniche da liscio, come quelle da studio, hanno 7 registri in media. le fisarmoniche da concerto invece ne hanno fino a 11, perché in queste fisarmoniche viene aggiunto talvolta l'8 cassotto che è un registro dal suono ovattato e molto dolce. Nelle fisarmoniche da studio e in quelle da concerto non c'è l'ottava battente in quanto tutte le ottave sono accordate perfettamente. Con l'evolversi della tecnologia, sono stati costruiti sistemi elettronici MIDI da applicare alle fisarmoniche.Le fisarmoniche si dividono in "Bassi Standard" e "Bassi sciolti" in base al funzionamento della bottoniera della mano sinistra: nelle prime, come già detto sopra, la mano sinistra esegue l'accompagnamento (bassi e accordi), mentre nelle "bassi sciolti" è presente un convertitore che rende la bottoniera sinistra in grado di eseguire note singole, in modo da poter eseguire brani complessi a due mani come su un organo o un pianoforte. Questo tipo di strumento è usato per lo più dai concertisti di musica classica e viene studiato nei conservatori dove è stata istituita la cattedra di insegnamento della fisarmonica, inserito nei programmi ministeriali italiani solo nel 1993. Ricordiamo la prima cattedra di fisarmonica istituita a Pesaro dal Maestro Sergio Scappini che ora insegna al Conservatorio Giuseppe Verdi (Milano). Esistono fisarmoniche che hanno sia i Bassi sciolti che quelli standard: in tali fisarmoniche la bottoniera sinistra ha alcune file dedicate ai bassi sciolti e altre dedicaate ai bassi standard.

StuPanda

Zucchero


La musica è come il sesso:  bisogna sperimentare sempre nuove posizioni.

StuPanda

mercoledì 29 gennaio 2014

Chitarre particolari # 10


Oltre la chitarra # 31


Bach invenzioni a due voci n 1 (ARMONIUM)

Armonium


L'armonium o armonio (in francese, harmonium) è uno strumento musicale costituito da una tastieramanuale, e da due pedali per azionare i mantici per l'aria; infatti l'armonium è uno strumento a serbatoio d'aria. L'armonium, inoltre, rientra nella categoria degli strumenti aerofoni ad ancia libera, poiché il suono che esso produce è dovuto a delle ancieL'armonium moderno è stato realizzato da Debain e affinato da Mustel. Come l'organo, l'armonium è utilizzato tipicamente in chiesa, per l'esecuzione di musica sacraI registri dell'armonium sono tutti ad ancia (ance libere), e il suo timbro è molto meno ricco di quello organistico, come pure la sua estensione; i suoi effetti meccanici sono il tremolo e la sordinaNei modelli più diffusi, l'aria viene immessa dall'esecutore con l'azione dei piedi su due pedali che comandano due mantici. Per regolare l'espressione si utilizzano le guancette poste ai lati delle ginocchia. Di norma è disponibile almeno un'unione, che funziona meccanicamente e serve a produrre una nota aggiuntiva all'ottava. Quando le unioni sono due, la prima serve per la porzione più bassa della tastiera, la seconda per quella più alta e, rispettivamente, svolgono l'azione verso l'ottava bassa e verso l'ottava alta. A causa dell'alto costo della manutenzione specializzata necessaria e della relativa difficile reperibilità, nonché dell'avvento dell'organo liturgico elettronico, gli armonium sono progressivamente scomparsi dalle chiese, oppure vi sono rimasti inutilizzati. L'armonium indiano è simile a quello occidentale, ma di minori dimensioni. È stato portato in India dall'Occidente dai missionari cristiani, da circa metà Ottocento in poi. Essi avevano bisogno di uno strumento facilmente trasportabile da usare nelle funzioni religiose, e lo trovarono in questo tipo di armonium, grande all'incirca come una fisarmonica, e di funzionamento simile. La forma è quella di un mobiletto rettangolare, vicino al suonatore ha una tastiera (tipo pianoforte) che si estende da due a quattro ottave, e si suona con una sola mano, l'altra mano aziona un mantice a soffietto posto sul lato distante dal suonatore. La versione indiana ha poi la possibilità di mettere in funzione un certo numero di bordoni diversi (note costanti di sottofondo), onnipresenti nella musica classica indiana (viene azionato quello corrispondente alla tonica del pezzo suonato). La storia dell'armonium in India è strettamente correlata a quella del sarangiLa caratteristica più importante dell'armonium, rispetto al contesto indiano, è l'intonazione. Essendo uno strumento occidentale, è accordato secondo il temperamento equabile, sviluppato in Occidente per le esigenze della musica armonico-tonale (quindi dell'armonia basata sugli accordi e la modulazione da una tonalità all'altra). Questo tipo di accordatura è del tutto estraneo alla musica indiana, che è modale e non contempla accordi né cambiamenti nella tonica in una esecuzione musicale, ed è fondata su numerose e precise sfumature di intonazione delle note delle varie scale che vengono usate (incompatibili con il nostro temperamento equabile). Ma altre caratteristiche hanno fatto in modo che si inserisse ugualmente nel contesto della musica indiana (anche di quella "classica"). La principale è che è appunto capace di passare immediatamente da una "tonalità" all'altra. La musica indiana è fondata su una tonica immutabile, ma è anche vero che ogni cantante ha la sua tonica personale, e questo rende l'armonium estremamente flessibile se usato per accompagnare cantanti diversi che usano toniche diverse. Inoltre la tecnica di questo strumento, applicata alla musica indiana, è relativamente semplice. Tradizionalmente l'accompagnamento dei/delle cantanti classici era affidato al sarangi, strumento ad arco molto importante in India, dalla voce estremamente caratteristica (grazie anche alle numerose corde di risonanza), ma che per una serie di motivi si trovò a perdere in preminenza. Tra questi, la difficoltà tecnica che richiede grande dedizione da parte del musicista, ed il fatto di avere così tante corde di risonanza (che non hanno un ruolo marginale, ma sono molto importanti per la sua sonorità e per la creazione del giusto "sentimento" musicale). Ogni pezzo musicale (raga), basato su una diversa scala, richiede che queste corde vengano riaccordate (cosa che richiede tempo e perizia); inoltre se un medesimo sarangista si trova a dover accompagnare diversi cantanti che usano toniche diverse, deve riaccordare completamente l'intero strumento (quando non sostituire addirittura le corde). In più, i mutamenti sociali favoriti dalla dominazione coloniale britannica hanno contribuito a spingere nell'ombra i suonatori di sarangi, che si sono visti soppiantare dai nuovi suonatori di armonium: capaci di passare rapidamente da una tonica all'altra, in grado di accompagnare diversi cantanti in rapida sequenza, più adatti al nuovo contesto rapido e "tecnologico" che si stava formando (ad esempio i concerti radiofonici di All India Radio). La gran parte dei cantanti si è adattata a farsi accompagnare nelle loro esecuzioni dall'armonium, nonostante l'irrimediabile fatto di essere fuori intonazione. Fatto musicalmente accettabile se mantenuto in un ruolo marginale, che non si scontrasse con la voce (intonata correttamente) del/della cantante. Si venne così a creare un circolo vizioso in cui i sarangisti veramente esperti divennero pochi, ed i cantanti cominciarono a preferire i suonatori di armonium (stonati, ma sempre più intonati di un cattivo sarangista).

StuPanda

Groucho Marx


Suono al conservatorio.
Ma non mi aprono mai!

StuPanda

martedì 28 gennaio 2014

Chitarre particolari # 9


Oltre la chitarra # 30 for ladies edition


Armonica a bocca



L'armonica a bocca è uno strumento a fiato, inventato secondo alcuni nel 1821, dal tedesco Christian Friedrich Ludwig Buschmann e usato in modo particolare per generi come la musica blues, la musica folk e la musica rock. Lo strumento è costituito fondamentalmente da tre elementi: un corpo centrale (comb), due placchette porta ance ed i gusci esterni (covers). Il suono viene prodotto dalla vibrazione generata dal passaggio dell'aria sulle ance, sottili lamine d'ottone fissate ad un'estremità alle placchette superiore ed inferiore anch'esse in ottone. Le placchette poggiano su un corpo centrale costruito solitamente in legno o plastica, più raramente in metallo. Il tutto è racchiuso in un guscio metallico che funge anche da cassa di risonanza. Caratteristica dello strumento è il fatto che le note vengono prodotte sia soffiando che aspirando dallo stesso foro (producendo così due note diverse), peculiarità unica fra gli strumenti a fiato. Diffusa particolarmente in America, immancabile specie nelle performance di musica country, l'armonica è spesso associata al mito del West americano, nonostante la sua diffusione risalga alla seconda metà del XIX secolo. Tale associazione è dovuta anche alle tante colonne sonore di film western nelle quali è impiegata l'armonica. Ennio Morricone scelse l'armonica per alcune celebri colonne sonore create per film diretti da Sergio Leone; fra questi, in C'era una volta il west il protagonista è soprannominato "Armonica" proprio perché suonatore di tale strumento. Assieme alla chitarra ed al pianoforte, è uno degli strumenti che ha fatto la storia del blues dei neri americani, anche grazie al potenziale espressivo conferitole dalla possibilità di eseguire il bending su alcune note, come descritto in seguito. Tra i capiscuola dell'armonica blues elenchiamo Sonny Boy Williamson I, Sonny Boy Williamson II, Little Walter, Walter Horton, Sonny Terry,Slim Harpo, James Cotton. Importanti armonicisti contemporanei sono Howard Levy (primo ad utilizzare la tecnica dell'over-bending) e Jason Ricci. In combinazione one man band è usata da molti artisti di strada o famosi come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Steven Tyler o Edoardo Bennato. In questo caso è tenuta fissa davanti alla bocca con un'apposita staffa. Le due principali categorie di armonica sono:
  • armonica diatonica che per ogni ottava consente di suonare solo le note della tonalità per cui è accordata. Il modello più diffuso, a 10 fori, è progettato per poter realizzare un accordo di tonica ogniqualvolta si soffi in più fori contemporaneamente: le 10 note "soffiate" sono in sequenza do-mi-sol-do-mi-sol-do-mi-sol-do (es. in tonalità di do maggiore). Le note aspirate, invece, sono disposte in modo da poter realizzare un accordo di "settima di dominante" (V grado della tonalità) se si aspira dai primi cinque fori. Sequenza aspirata: re-sol-si-re-fa-la-si-re-fa-la. Questa disposizione di note favorisce l'esecuzione dei due accordi citati, ma rende più complessa l'esecuzione di melodie.
C'è anche una particolare tipologia di armoniche diatoniche caratterizzate da due serie di fori note con il nome di armoniche tremolo o anche con il nome di armoniche a doppia tastiera che consentono l'inserimento di un accompagnamento di bassi nel brano che si sta suonando (quasi sempre viene usata nel campo della musica popolare).
  • armonica cromatica che per ogni ottava consente di suonare tutte le dodici note. Questa tipologia, normalmente a 12 fori, è facilmente riconoscibile grazie al registro, un meccanismo comandato da un tasto, che permette di utilizzare sia un registro base che uno in tonalità aumentata di un semitono, permettendo - di fatto - di poter coprire ogni tipo di scala cromatica o diatonica. La sequenza delle note soffiate è do-mi-sol-do-do-mi-sol-do-do-mi-sol-do (ancora un accordo di tonica). Le note aspirate sono: re-fa-la-si-re-fa-la-si-re-fa-la-si. La disposizione delle note è più semplice che nel modello diatonico, ma l'uso del registro per i diesis (cioè l'aumento di un semitono) è più facile per le tonalità che prevedono note con il diesis (tonalità di sol, re, la, mi, si, fa#, do#), mentre è più difficile per le tonalità coi bemolle (fa, sib, mib, lab, reb, solb) dal momento che ogni nota col bemolle deve essere eseguita sostituendola con la nota che la precede, ma col diesis. Quindi se ad esempio dobbiamo suonare in sequenza la-sib, in realtà dovremo suonare la-la#, ma col bending, ovvero forzando il suono, si può ottenere anche il la bemolle. Comunque è da tener presente che l'armonica è normalmente tarata in fabbrica con la scala temperata quindi le alterazioni, come in un pianoforte, non sono in realtà né diesis né bemolle ma un compromesso tra i due come è proprio della scala temperata che, diversamente da quella naturale, fa coincidere i diesis col bemolle.
In seguito alla creazione dell'armonica sono stati inventati strumenti come la melodica e l'accordina con la funzione di varianti dell' armonica a bocca. Lo strumento è comunemente utilizzato nella musica popolare, nel blues e nel jazz. Viene tuttavia impiegato, talvolta, anche nella musica classica, nella musica leggera e nel rock. Va specificato che, generalmente, diversi tipi di armonica vengono impiegati in diversi stili musicali: ad esempio, la diatonica classica si abbina frequentemente al blues, al rock e al country, la diatonica tremolo è usata nel campo della musica popolare, mentre la cromatica, più di frequente, al jazz e alla musica classica. Esiste anche un altro tipo di armonica chiamata armonica basso (caratterizzata dalla sua grossa dimensione). Una delle tecniche più affascinanti utilizzata dagli armonicisti è il bending che permette di ottenere sull'armonica diatonica note alterate, fisicamente non presenti. Il bending si ottiene modificando il volume della cavità orale spostando la lingua e modificando la tensione dei muscoli della gola, aiutandosi in certi casi cambiando l'angolo con cui il flusso d'aria entra nei fori dell'armonica: ciò permette di creare particolari risonanze tra le due ance associate ad uno stesso foro, producendo così un suono da uno fino a tre semitoni più basso rispetto al loro suono naturale. Questo non è possibile per tutte le note, perché non in tutti i fori il rapporto tra le due ance permette le risonanze necessarie. Inoltre esiste anche l'overbending, cioè una tecnica simile a quella del bending per ottenere le altre note che mancano, e completare così i 12 semitoni dell'ottava. Questa tecnica però richiede armoniche a bocca particolarmente ben costruite ed una manutenzione minuziosa dello strumento, oltre che studio ed applicazione.

StuPanda

John Lennon # 3


La musica è di tutti.
Solo gli editori pensano che appartenga a loro.

StuPanda

lunedì 27 gennaio 2014

Off-topic classifica 19° giornata




  1. Yj F.C- 34 punti, 44 g.f, 35 g.s, +9 m.g, 1459 p.p;
  2. Here we Stand s.s- 25 punti, 38 g.f, 36 g.s, + 2 m.g, 1420 p.p;
  3. C.l.D F.C- 22 punti, 36 g.f, 38 g.s, -2 m.g, 1398,5 p.p;
  4. Real StuPanda F.C-21 punti, 27 g.f, 34 g.s, -7 m.g, 1350 p.p.

Chitarre particolari # 8


Oltre la chitarra # 29


Gli Aerofoni


Gli strumenti musicali aerofoni emettono il suono per mezzo di una vibrazione di aria, senza l'uso di corde o membrane vibranti e senza che sia lo strumento stesso a vibrare. Negli strumenti a fiato l'aria viene insufflata direttamente dal suonatore, dalla bocca o, in alcuni casi, da una narice; negli strumenti a mantice l'aria viene spinta con il movimento meccanico di un mantice. Nella classificazione di Hornbostel-Sachs, gli strumenti aerofoni sono ulteriormente divisi in due classi, a seconda che l'aria che vibra sia contenuta in una cavità dello strumento (aerofoni risonanti), oppure no (aerofoni liberi).

AEROFONI LIBERI

La prima classe comprende gli aerofoni liberi, nei quali l'aria è contenuta dallo strumento stesso. Questa classe comprende gli strumenti ad ancia libera come l'armonica a bocca e l'organo a bocca di origine orientale e anche molti strumenti che molti non chiamerebbero aerofoni, come la sirena e l'armonica o gli aerofoni a vortice come il Rombo, la rotula della zampa di suino (o il bottone) che vengono fatti roteare su se stessi.

AEROFONI RISONANTI

La seconda classe comprende gli strumenti provvisti di una cavità (tubi o globi, nel caso di tubi abbiamo cilindri, coni e coni rovesciati), cavità nella quale l'aria presente viene fatta vibrare. Questa classe comprende quasi tutti gli strumenti a fiato occidentali, come il flauto, l'oboe o la tromba. In questi strumenti, la frequenza della vibrazione generata, e quindi la nota prodotta, dipende principalmente dalle dimensioni della cavità (cavità più piccola produce nota più acuta), ma anche dalla presenza di aperture sulle estremità o lungo la cavità, dalla sua forma (cilindrica o conica) e dalla sua sezione. Secondo la legge di Sax, il timbro del suono dipende esclusivamente dalle proporzioni della colonna d'aria. Influenze minori sul timbro si possono avere anche dal metodo con cui viene generato il suono (con un'ancia, singola o doppia, senza ance) e dalle caratteristiche costruttive dello strumento (materiali, dimensioni, conicità, peso). In quasi tutti gli strumenti, senza modificare la cavità, il suonatore può ricavare note diverse, più precisamente le armoniche superiori della nota fondamentale (la più bassa ottenibile), agendo con la pressione del soffio, con la forza delle labbra o con apposite chiavi. Le onde sonore prodotte dal corpo vibrante vengono amplificate dalla cassa armonica formata dallo strumento stesso e dalle cavità presenti nel corpo del suonatore (le vibrazioni infatti non si muovono solo nella direzione del soffio). Numerosi strumenti di questa classe (ance e flauti, eccetto gli ottoni) sono spesso classificati come legni in quanto il materiale di costruzione era, almeno in passato, il legno.

StuPanda


Ray Charles


Io sono nato con la musica dentro di me.
E' l'unica spiegazione che conosco per quello che ho realizzato nella vita.

StuPanda

domenica 26 gennaio 2014

Strumenti Musicali Particolari # 9


Oltre la chitarra # 28 for ladies edition


I Cordofoni


cordofoni, comunemente detti strumenti a corda, sono strumenti musicali che producono il suono attraverso le vibrazioni prodotte dalle corde di cui sono dotati. La vibrazione si può ottenere percuotendo le corde (es. pianoforte), strofinandole con archetti (violino) o ruote (ghironda), oppure facendole lambire dal vento. Gli strumenti cordofoni si suddividono in cordofoni semplici che si possono considerare completi col solo supporto che mantiene fisse e tese le corde, ma possono essere dotati di risuonatore (con la funzione di amplificare il suono) che viene aggiunto (cetre a bastone, a zattera, tubolari, a tavola, a ciotola, a cornice); vi sono poi i cordofoni compositi, in questi ultimi è presente una cassa armonica (risuonatore) che è tutt'uno con lo strumento. A seconda della posizione reciproca tra corde e piano del risuonatore i cordofoni compositi si distinguono in liuti (tra questi liuti arquati, liuti a giogo o lire e liuti a manico) arpe e arpe liuto. Nei liuti a manico la struttura esterna al risuonatore è un manico e le corde corrono parallele al manico e al piano del risuonatore. Nei liuti a manico si possono trovare un manico o tastiera che consente di determinare l'altezza della nota da eseguire, il ponte che consente di tendere le corde sullo strumento e i piroli (bischeri) o le chiavette o le meccaniche (a seconda del tipo di strumento) con cui può essere regolata la tensione delle corde, allo scopo di accordare lo strumento. Per realizzare le corde si utilizza l'acciaio, il bronzo, il nichel, il nylon o il budello, ricavato dall'intestino di bovini o ovini, in cordofoni semplici come le arpe eoliche si usa la seta. I primi cordofoni vennero costruiti nella preistoria: veniva tesa una corda fra le estremità di un'asta di legno flessibile (arco musicale: Cetra a bastone flessibile), formando una struttura molto simile a quella di un arco ed è molto probabile che inizialmente venissero utilizzati gli stessi archi da caccia. Soltanto in seguito lo strumento venne dotato di un risuonatore ottenuta da materiali cavi, come noci di cocco svuotate, altra frutta dal rivestimento duro, ma anche zucche tagliate a metà o altri oggetti che si prestassero ad amplificare il suono prodotto dal pizzicamento delle corde o dallo sfregamento di queste con un altro arco di dimensioni ridotte, abbozzo del moderno archetto.

StuPanda

Jimi Hendrix # 3


Noi facciamo della musica libera, dura, che picchi forte sull'anima in modo da aprirla.

StuPanda

sabato 25 gennaio 2014

Strumenti musicali particolari # 8


Oltre la chitarra # 27


While My Guitar Gently Weeps, Chapman Stick

Il Chapman Stick


 

 
Lo Stick è uno strumento musicale a corde, creato da Emmett Chapman negli anni settanta, che permette, utilizzando la tecnica tapping, di usare in maniera indipendente entrambe le mani. Lo strumento standard utilizza 10 corde con una particolare accordatura; la mano destra suona le 5 corde "melodiche" e la sinistra le 5 corde di basso, secondo lo schema:
mi² - la¹ - re¹ - sol - do - fa#¹ - si¹ - mi² - la² - re³

Le corde melodiche (dal fa#¹ al re³) sono quindi intonate per intervalli di quarta, similmente ad una chitarra, mentre le corde di basso ( dal do al mi²) sono intonate per intervalli di quinta, permettendo un originale sviluppo delle linee di basso. Avendo ben 25 tasti per ogni corda, lo stick ha un'estensione di 5 ottave e una terza. Altri strumenti si sono aggiunti negli anni:
  • Grand Stick a 12 corde: si² - mi² - la¹ - re¹ - sol - do - do#¹ - fa#¹ - si¹ - mi² - la² - re³
  • Stick Bass a 8 corde
  • Stick XG in grafite a 8, 10 o 12 corde, ma con un tasto in più
  • NS/Stick a 8 corde, nato da una collaborazione con Ned Steinberger, che può essere suonato anche pizzicando le corde
  • Alto Stick a 10 corde, più corto e di registro più acuto
Per quanto lo stick abbia una versatilità paragonabile a quella di uno strumento a tastiera, è spesso ingiustamente considerato una sorta di basso elettrico a causa dell'enorme fama di Tony Levin, uno dei più importanti bassisti al mondo, che lo utilizza soprattutto in questo ruolo. Altri celebri bassisti che ne fanno utilizzo sono John Myung dei Dream Theater, Alphonso Johnson con i Weather Report, Nick Beggs dei Kajagoogoo e Bruder Frank dei Saltatio Mortis. Un utilizzo più ampio ne fanno Trey Gunn (King Crimson), Greg Howard, Sean Malone (Cynic) e lo stesso Emmett Chapman. Anche Faso degli Elio e le Storie Tese, nella canzone Cateto, utilizza questo strumento. In Italia Stefano Cerri, bassista figlio del più noto chitarrista Franco e prematuramente scomparso, è stato fra i primi a suonare questo strumento. 

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J.K. Rowling


La musica! Una magia al di là di tutto ciò che facciamo.

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venerdì 24 gennaio 2014

Oltre la chitarra # 26 for ladies edition


Chitarre particolari # 7


Cimarosa - Sonata in g minor, largo - fortepiano

Il Fortepiano


Il fortepiano è uno strumento musicale. Si tratta di un cordofono a percussione ed è il principale precursore del pianoforte. Fino agli inizi del XIX secolo il termine fortepiano è stato usato in alternativa a pianoforte. Come il moderno pianoforte, il fortepiano produce suoni grazie a corde che vengono percosse per mezzo di martelletti azionati da una tastiera. Fa parte, quindi, della famiglia dei cordofoni a corde percosse. Come suggerisce il nome, la caratteristica peculiare di questo strumento è la possibilità di pesare la pressione del tasto. Questo permise al suo tempo di aprire nuovi orizzonti alle possibilità di espressione degli artisti, che durante la seconda metà del Settecento abbandonarono rapidamente il clavicembalo in favore di questo nuovo, duttile strumento. Il fortepiano fu inventato intorno al 1700 a Firenze dall'abile cembalaro Bartolomeo Cristofori, al servizio del principe Ferdinando II de' Medici. La nuova idea non attecchì immediatamente, ma quando lo strumento, circa cinquant'anni dopo, ebbe diffusione sufficiente, diventò il prediletto dei maggiori esponenti della musica sette/ottocentesca, come Mozart, Haydn, Muzio Clementi e Beethoven. Nella prima metà dell'Ottocento le modifiche apportategli lo fecero divenire quello che noi oggi consideriamo il pianoforte. Dopo un periodo di oblio dovuto all'evoluzione che portò al moderno pianoforte, lo strumento è tornato in uso attorno alla metà del XX secolo grazie ai musicisti specializzati nell'esecuzione filologica della musica settecentesca; alcuni esecutori moderni sono Malcolm Bilson, Andrea Coen, Robert Levin, Jos van Immerseel, Andreas Staier, Antonio Piricone, Ronald Brautigam, Costantino Mastroprimiano, Bart van Oort, Melvyn Tan e Jörg Demus. Disponibile in due varianti, a coda o a tavolo (chiamato anche a tavolino per via delle sue ridotte dimensioni), il fortepiano è costruito interamente in legno, senza rinforzi metallici; le corde sono percosse da martelletti rivestiti di pelle (anziché di feltro, come nel pianoforte), producendo un suono più meccanico, frizzante e attivo, molto simile, soprattutto nel registro medio/acuto, a quello del clavicembalo. L'estensione inizialmente era di cinque ottave, poi nelle composizioni degli artisti si nota un progressivo aumento: per esempio Mozart scrisse pezzi per strumenti a cinque ottave, mentre in Beethoven l'estensione raggiunge anche le sei ottave, facendo quindi pensare a un'espansione graduale (un pianoforte odierno copre sette ottave e una terza). Il fortepiano poteva essere munito di pedali o ginocchiere in numero variabile che mutavano il timbro del suono prodotto:
  • Moderato (o pedale moderatore): interpone a corde e martelletti una sottile striscia di feltro per rendere il tono più vellutato.
  • Liuto: preme del materiale morbido contro le corde, a ridosso del ponticello, smorzandone il suono.
  • Forte
  • Fagotto: una striscia di pergamena viene a contatto con le corde vibranti, producendo così un suono nasale simile a quello del fagotto.
  • Pedale delle turcherie: si tratta senza dubbio del pedale più bizzarro e la sua funzione è azionare una serie di marchingegni che riproducono un suono di grancassa, campanelli e piatti, elementi tipici della musica turca dei giannizzeri, così come filtrata dalla cultura viennese dell'epoca.
Molti di questi effetti sono caduti in disuso col tempo e quindi eliminati dai moderni pianoforti.

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Alessandro Baricco



Ora tu pensa: un pianoforte. 
I tasti iniziano. I tasti finiscono. 
Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. 
Non sono infiniti, loro. 
Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. 
Loro sono 88, tu sei infinito. 
Questo a me piace. 
Questo lo si può vivere. 
Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita... Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c'è musica che puoi suonare. 
Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio. 
Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. 
Ce n'è a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. 
Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'è. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormita', solo a pensarla?

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giovedì 23 gennaio 2014

Strumenti musicali particolari # 7


Oltre la chitarra # 25


An Italian clavichord in Cypress

Il Clavicordo


Il clavicordo o clavicordio è uno strumento musicale a corde, dotato di tastiera. È stato uno dei protagonisti del panorama musicale europeo per più di quattrocento anni. Le raccolte di sonate, fantasie e rondò di Carl Philipp Emanuel Bach, pubblicate tra il 1779 e il 1787, rappresentano il canto del cigno del clavicordo. Le origini del clavicordo non sono affatto chiare. Sembra certo che abbia origine dal monocordo, strumento probabilmente inventato da Pitagora di Samo nel VI secolo a.C. (e comunque di certo esistente ai suoi tempi) per studi di acustica e successivamente divenuto, soprattutto nel Medioevo, un vero e proprio strumento musicale, come risulta dal Roman de Brut del 1157, dove viene indicato con il termine "monacorde". Nel poema Der Minne Regel di Eberhard Cersne vengono menzionati tanto il monocordo quanto il clavicordo. Successivamente, il clavicordo viene menzionato in trattati di Georgius Anselmi (1434), di Henri Arnault de Zwolle (1435 ca.) e di Ramis de Pareja (1482). Da questi scritti appare chiaro che il clavicordo aveva subito una certa evoluzione, almeno a partire dagli inizi del XV secolo: viene descritto come munito di dieci corde e dotato di tastiera cromatica. Essendo munito di più corde, il clavicordo era adatto ad essere utilizzato sia in modo melodico che armonico, divenendo presto strumento di esercizio per organisti. Era, peraltro, adatto a servire all'insegnamento della musica e i suoi costi di costruzione risultavano contenuti. Pare che le corde di questo nuovo tipo di clavicordo sorto nel XV secolo fossero tutte di uguale lunghezza e sezione, anche se le esperienze fatte con altri strumenti, quali cetre e salteri avevano suggerito di migliorare il suono variando appunto questi valori. Nel tempo aumentò l'estensione, fino a raggiungere una gamma di quattro ottave, mentre fu raddoppiato il numero delle corde, con coppie accordate all'unisono. Del clavicordo esiste un'illustrazione e una descrizione ad opera di Sebastian Virdung (1511), ma l'esemplare più antico giunto a noi fu costruito da Domenico di Pesaro nel 1543: è oggi conservato al Museo degli Strumenti dell'Università di Lipsia. Il clavicordo di Virdung sembra munito di non più di tredici o quattordici coppie di corde unisone, le gravi in ottone e le acute in acciaio. Quello di Domenico di Pesaro ha ventidue corde e un'estensione di quattro ottave. Negli affreschi pordenoniani della basilica di Santa Maria di Campagna a Piacenza è raffigurato un clavicordo (forse una spinetta). Verso la fine del XVI secolo, la tastiera del clavicordo era divenuta interamente cromatica, mentre l'estensione raggiungeva le quattro ottave e mezzo, corrispondente a quella consueta ad altri strumenti a tastiera in uso nell'epoca. La cassa su cui veniva montato lo strumento misurava circa 130 cm per 30 di profondità. Il clavicordo emette un suono molto discreto ed è dunque unicamente uno strumento da studio, non adatto per un concerto. Il suo repertorio è quello del clavicembalo, nei limiti delle possibilità tecniche della tastiera singola e della sua estensione piuttosto limitata. Il clavicordo, a differenza del clavicembalo, è uno strumento dotato di dinamica sonora, mentre la tastiera del clavicembalo è registrata su suoni di uguale intensità, motivo per cui spesso se ne trovano due (una per il piano e una per il forte). All'estremità di ciascun tasto del clavicordo è collocato un piccolo dispositivo metallico in ottone, chiamato tangente, secondo un meccanismo di leva di primo tipo. La tangente ha un duplice scopo: divide la corda (funzionando quindi come una sorta di ponticello) e la mette in vibrazione, causando la produzione del suonoA differenza che nel pianoforte, in cui il martello una volta percossa la corda torna indietro, nel clavicordo la tangente, finché non si lascia il tasto, resta appoggiata alla corda e fa perdurare il suono. Delle due sezioni in cui la corda è divisa dalla tangente, una sola entra in vibrazione, in quanto l'altra è opportunamente avvolta da un panno. Questo panno funge anche da smorzatore del suono una volta che la tangente si allontana dalla corda. Il suono del clavicordo è piuttosto tenue: la tangente è infatti leggera e breve è la distanza da essa percorsa. Il timbro è assai ricco, poiché tutti gli armonici sono presenti nel suono, proprio perché la corda è colpita ad una sua estremità. Spesso i clavicordi erano costruiti in modo da poter azionare più tasti su una sola corda, ottenendo così note diverse: il numero complessivo delle corde poteva così risultare inferiore al numero delle note che lo strumento era in grado di produrre. Questo genere di clavicordo veniva definito "legato" (gebunden, in tedesco). Il clavicordo è sprovvisto di un sistema di scappamento come si ritrova sul pianoforte; quindi la tangente, finché il tasto non viene rilasciato, resta a contatto della corda, creando un nodo sulla corda che vibra. Se, mantenendo il tasto premuto, si esercita una serie di micropressioni consecutive (la cui velocità è decisa dal gusto dell'esecutore), la tangente premerà più forte sulla corda ritmicamente, tendendola ulteriormente a ogni pressione: questa tensione innalza il suono prodotto e una serie di micropressioni creerà un effetto di vibrato. Questo vibrato, particolarità unica nei cordofoni a tastiera, è generalmente chiamato con il termine tedesco di Bebung.

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