venerdì 3 gennaio 2014

La Chitarra elettrica


La chitarra elettrica è un tipo di chitarra in cui la vibrazione delle corde viene rilevata da uno o più pick-up. Il segnale viene quindi prelevato all'uscita e convogliato in un amplificatore acustico affinché il suono dello strumento sia reso udibile. Dal punto di vista organologico, la chitarra elettrica è un elettrofono. Talvolta viene anche indicata come cordofono (precisamente, tra i liuti a manico lungo). 
La chitarra elettrica è formata da:
  • la paletta (o "cavigliere") che contiene le "meccaniche", che permettono alle corde di essere tese mantenendo l'accordatura desiderata;
  • il manico, sul quale è montata la tastiera che permette di suonare, premendo le corde contro di essa, le note;
  • la cassa armonica che è più sottile di quella della chitarra classica e che non ha la buca (anche se vi è il caso delle chitarre cosiddette "semiacustiche", che generalmente possiedono due buche ad effe, come quelle degli archi);
  • il ponte, che può essere fisso oppure "tremolo" vale a dire quando "ospita" una leva che, azionata, muove il ponte stesso ottenendo il vibrato grazie alla variazione di tensione delle corde;
  • da uno o più pick-up che sono dei trasduttori che trasformano le vibrazioni delle corde in segnali elettrici; i pick-up sono formati da un avvolgimento di rame intorno ad una combinazione di magneti e materiali di diverso tipo. 

In una chitarra acustica il suono dipende dalla risonanza prodotta nella cassa cava dello strumento e indotta dalle oscillazioni delle corde; la chitarra elettrica invece è uno strumento pieno e rigido per cui non c'è alcuna risonanza della cassa. Le oscillazioni delle sei corde metalliche sono captate da un microfono elettrico che invia segnali a un amplificatore e a un gruppo di altoparlanti. Il filo che collega lo strumento all'amplificatore è arrotolato attorno a un piccolo magnete; il suo campo magnetico induce un polo nord e un polo sud nella parte di corda metallica sopra il magnete, perciò questa parte della corda ha un proprio campo magnetico. La corda, per suonare, viene fatta vibrare e il suo moto relativo alla spira cambia il flusso del campo magnetico attraverso la spira stessa, inducendovi una corrente. Quando la corda oscilla avvicinandosi e allontanandosi dalla spira, la corrente indotta cambia verso con la stessa frequenza delle oscillazioni della corda, inviando così il segnale di frequenza dell'oscillazione all'amplificatore.La storia della chitarra elettrica inizia quando si avvertì l'esigenza di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra (specialmente per quanto attiene alle modalità di esecuzione), ma che potesse suonare insieme agli altri senza esserne sovrastato dal volume di suono. Con la nascita di orchestre jazz e blues, ci si rese conto del problema della limitata amplificazione delle chitarre acustiche. Diversi costruttori cercarono di ovviare al problema costruendo strumenti che consentissero un volume maggiore, con una tonalità simile a quella della chitarra classica. Lloyd Loar progettista alla Gibson dal 1920 al 1924 condusse i primi esperimenti mediante l'adozione di rilevatori in prossimità delle corde. Il concetto di chitarra elettrica deve però molto alle intuizioni di Adolph Rickenbacker, che nel 1931 realizzò il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo elettronico in grado di trasformare le vibrazioni delle corde in impulsi di tipo elettrico) ed iniziò ad applicarlo ai normali strumenti acustici, creando una chitarra hawaiana elettrica chiamata frying pan guitar in due modelli (A22 e A25). Nel 1935 la Gibson inizia la produzione del modello ES 150, una chitarra con cassa di risonanza e aperture a "f" sulla tavola e un unico pick-up. Il modello riscosse un grande successo. Finalmente la chitarra, grazie all'amplificazione, poteva inserirsi meglio nelle formazioni del tempo, senza essere sovrastata dal volume degli altri strumenti. Molti si cimentarono nella costruzione di chitarre elettriche, limitandosi di fatto ad amplificare il suono di strumenti acustici. Se da una parte la presenza di una cassa armonica combinata ad un pick-up produceva un suono pastoso e ricco di armoniche, dall'altra presentava una serie di svantaggi, tra cui il più fastidioso era l'effetto noto come feedback acustico. La cassa dello strumento entrava in risonanza (effetto Larsen) con il suono emesso dall'amplificatore, creando echi, armonici e fischi di difficile gestione. Col risultato di un suono sgradevole di difficile definizione. Nel 1941 Les Paul crea per la Epiphone un prototipo, la The Log, che parzialmente limitava il problema del feedback. Lo strumento è sostanzialmente una chitarra acustica attorno a un blocco di legno massiccio: la prima chitarra solid.semi  Questa idea fu ripresa e perfezionata dalla Gibson per il suo modello ES 335 TDNel 1946 Paul Bigsby, estroso costruttore di motocicli passato a costruire chitarre, e Merle Travis, suo amico, costruiscono una chitarra molto innovativa. Anche se prodotto in modo classico, lo strumento presenta un corpo alto solo cinque centimetri, e un disegno molto originale sia del corpo stesso che della paletta. Il corpo, grazie ad un'asimmetria del disegno attorno al manico, permette di raggiungere agevolmente il ventesimo tasto, mentre la paletta monta chiavette per l'accordatura disposte solo sul lato superiore. Si risolvono quasi completamente i problemi di risonanze indesiderate. Inoltre, Bigsby introdurrà una ulteriore innovazione inventando un sistema che consente di agire sulla intonazione delle corde mediante una leva la cui corsa è contrastata da una molla. Nasce così il ponte tremolo (da non confondere con l'effetto tremolo, che è tutt'altra cosa). Nel 1948 Leo Fender, tecnico progettista di amplificatori, dà una svolta definitiva e crea la Broadcaster, una chitarra con due pick-up single coil miscelabili e con il corpo pieno in legno massiccio che annulla completamente le risonanze indesiderate e aumenta il sustain delle corde, sviluppando il concetto di chitarra solid body. La Broadcaster, costruita inizialmente solo per presentare i propri amplificatori, attinge a molte delle innovazioni introdotte dalla chitarra di Bigsby e Travis, ma le fa sue migliorandole notevolmente. Il disegno del corpo e della paletta, anche se ispirato molto alla linea di Bigsby, è più sobrio e moderno, ma soprattutto più razionale. Inoltre lo strumento di Leo Fender presenta un vantaggio fondamentale: le fasi di costruzione e assemblaggio delle parti che compongono lo strumento sono molto semplificate. Questo si traduce nella possibilità di automatizzare il processo di produzione e di conseguenza produrre gli strumenti in serie, con costi notevolmente più contenuti. Il successo è enorme, tanto che la Broadcaster, divenuta poi Telecaster, viene prodotta dalla Fender ancor oggi. La Stratocaster viene ancora prodotta ininterrottamente dal 1953. Oggetto di innumerevoli imitazioni e varianti, è ad oggi contemporaneamente un punto di partenza e il punto di arrivo dell'evoluzione delle solid body. La Stratocaster è una chitarra molto apprezzata per la sua versatilità, utilizzata intensivamente sia nel rock, sia in altri generi.Nel 1953 Leo Fender crea la chitarra che diverrà nel tempo una pietra miliare del settore e più in generale della musica rock/blues: la Stratocaster. Solid body come la precedente, ha però un design capace di restare moderno nel corso dei decenni: il corpo, di minor spessore rispetto alla Telecaster, è smussato nella parte posteriore per conferire un migliore confort. I pick-up, single coil, sono tre e sono montati su un originalissimo battipenna sul quale sono alloggiati, oltre al selettore per scegliere il pick-up desiderato, anche tre potenziometri: uno per regolare il volume e due di regolazione tono. Altro fattore di grande importanza è la leva del tremolo, totalmente rivoluzionaria per quel tempo. A differenza delle altre dell'epoca poste tra l'attaccatura delle corde e il ponte, questa è un tutt'uno con il ponte stesso, evitando fastidiose scordature. Anche il ponte è innovativo, ogni corda appoggia su una sua "selletta" che dispone sia della regolazione in altezza sia in lunghezza, permettendo un'intonazione perfetta e una distanza delle corde dalla tastiera (action), personalizzabile. Nel 1950 Ercole Pace è il primo in Italia a richiedere il brevetto (poi concesso con il n. 462480 il 21 marzo 1951) per un “dispositivo magneto-dinamico, applicabile a strumenti a plettro in genere ed a chitarre in particolare, per amplificare il suono in collegamento con la presa fono di apparecchi radio” che poi produrrà in serie in un piccolo laboratorio a Roma, in Trastevere. L'originale apparecchio fu acquistato dai più noti chitarristi dell'epoca e, non essendo stato poi rinnovato il brevetto, l'idea fu in seguito perfezionata da altri. Tale dispositivo differiva dall'analoga invenzione oltreoceano di Leo Fender di due anni prima (di cui Ercole Pace era ignaro), in quanto il pickup applicato prevedeva un più elaborato avvolgimento per ogni magnete, anziché un unico avvolgimento per tutti i magneti come il pickup di Fender; adottando appunto una bobina per ogni corda Ercole Pace mirava a rendere il rilevamento delle sei corde più bilanciato ed accurato. Sotto il profilo tecnico si trattava quindi di due brevetti diversi. L'unica chitarra che ha potuto "competere" in termini di importanza e notorietà è la Gibson modello Les Paul del 1952. Stilisticamente degna della "rivale", si avvicina di più al disegno di Bigsby-Travis, ma ha forme più fluide e meno spigolose. Caratteristica saliente è l'uso di due pick-up humbucker, più potenti dei single coil e dalla timbrica più "nasale". Le regolazioni di tono e volume sono affidate ad una coppia di potenziometri e ad un selettore per miscelare il suono dei due pick-up. Il ponte non ha la leva del vibrato, la regolazione dell'action delle corde avviene con due ghiere poste ai lati che sollevano o abbassano tutte e sei le corde contemporaneamente. L'intonazione invece può essere regolata singolarmente corda per corda. Lo strumento è rimasto sostanzialmente immutato rispetto alle intuizioni di Leo Fender e Les Paul, lo sviluppo attuale verte principalmente sull'acquisizione e manipolazione del suono da parte dei pick-up. Il bisogno di dialogare con interfacce digitali come il MIDI ha portato alla creazione di pick-up esafonici e convertitori analogico-digitali in grado di tradurre il segnale analogico in segnale digitale con accuratezza. Ottenuto un segnale in forma digitale lo si può immettere in un generatore di suoni campionati (expander) per avere a disposizione una varietà strumentale virtualmente infinita. Quest'utilizzo dello strumento è però oggetto di critiche da parte di chi vede gli expander e i campionatori come strumenti che, permettendo la riproduzione di qualsiasi tipo di strumento registrato in precedenza, snaturalizzano e avviliscono le peculiarità tipiche della chitarra. Roger Field ha inventato la Foldaxe, una chitarra elettrica pieghevole che Field ha fatto realizzare per Chet Atkins. Un'ímmagine della Foldaxe si trova nel libro di Atkins Me and My Guitars.

StuPanda
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