martedì 10 dicembre 2013

Il violino


Il violino è uno strumento musicale della famiglia degli archi, dotato di quattro corde intonate ad intervalli di quinta. Si tratta dello strumento più piccolo e dalla tessitura più acuta tra i membri della sua famiglia. La corda più bassa (e quindi la nota più bassa ottenibile) è il sol2, il sol subito sotto al do centrale (do3); le altre corde sono, in ordine crescente, il re3, il la3 e il mi4. Le parti per violino utilizzano la chiave di violino. Quando devono essere eseguite note e passaggi particolarmente acuti si usa un'apposita indicazione che avvisa di trasportare le note interessate all'ottava superiore. Fino al XVIII secolo, invece, a seconda della tessitura dello specifico brano o frammento musicale, veniva usato un grande numero di chiavi secondarie: chiave di basso all'ottava superiore, contralto, mezzosoprano, soprano, e chiave di violino francese. Violinista è colui che suona il violino; l'artigiano che lo costruisce o lo ripara è il liutaio. Il più noto violinista di tutti i tempi fu Niccolò Paganini, nato a Genova nel 1782 e morto a Nizza nel 1840. Anche molti tra i liutai più famosi sono italiani: tra questi Antonio Stradivari, Giovanni Paolo Maggini, Giovanni Battista Guadagnini, la famiglia Testore, e le dinastie dei Guarneri e degliAmati.

Com'è fatto

Il violino, essenzialmente, è costituito dalla cassa armonica (necessaria per la risonanza) e dal manico, innestato nella parte superiore della cassa; tutte le parti sono in legno. La cassa armonica dello strumento, di lunghezza standard di 35,6 cm (tra i 34,9 ed i 36,2 cm), di forma curva e complessa (ricorda abbastanza la forma del numero 8) è costituita da una tavola armonica (detta anche piano armonico), di abete rosso e da un fondo, generalmente in acero montano, uniti da fasce in legno d'acero curvato. Sia la tavola che il fondo possono essere formati da un unico pezzo di legno, ma più spesso sono composti da due pezzi affiancati. Le fasce vengono modellate a caldo con un apposito ferro. Sia fondo che piano armonico sono convessi e il loro spessore varia dal centro dei due piani verso il bordo esterno; le elaborate curvature vengono ottenute con un certosino lavoro di scultura a mano. A pochi millimetri dal bordo della tavola armonica (che sporge dalle fasce) viene intagliata nella faccia esterna della stessa tavola, lungo tutto il perimetro, una scanalatura larga poco più di un millimetro, in cui viene inserito un filetto formato da tre strati di diverse essenze di legno (generalmente ebano - ciliegio - ebano); il filetto, oltre ad avere una funzione decorativa (come normalmente avviene in ebanisteria), legando insieme le venature del legno, aiuta a stabilizzare eventuali crepe "soprattutto ai margini superiore ed inferiore dello strumento, dove il legno si presenta di testa". Nel piano sono ricavate le uniche due aperture della cassa, due fessure chiamate effe perché hanno la forma di quella lettera dell'alfabeto nella scrittura corsiva. Internamente, incollata per circa quattro settimi della lunghezza totale della tavola armonica, è situata la catena, un listello in legno di abete, lavorato e sagomato in modo che aderisca perfettamente alla curvatura interna del piano. Essa contribuisce a "distribuire" la pressione generata dalle corde tese; in più distribuisce le vibrazioni prodotte dalle corde lungo tutto il piano armonico. Tavola armonica e fondo sono collegati tra loro, oltre che dalle fasce, anche da un listello cilindrico di abete di circa 6 mm di diametro, detto anima, posto all'interno della cassa armonica. L'anima è incastrata (non incollata) fra tavola e fondo in una precisa posizione, vicino al "piede destro" del ponticello; serve a trasmettere le vibrazioni al fondo dello strumento e, anch'essa, interviene distribuendo sul fondo la pressione impressa dalle corde. Il posizionamento corretto dell'anima è fondamentale per ottenere la migliore qualità sonora ed il giusto equilibro timbrico e di intensità fra le 4 corde. Nella cassa armonica è innestato superiormente il manico, di acero, che termina nella cassetta dei piroli o cavigliera, ornata superiormente da un fregio ad intaglio chiamato riccio. Sulla faccia superiore del manico è incollata la tastiera, in ebano, sulla quale il violinista premerà le corde con le dita. Le estremità superiori delle corde vengono avvolte attorno ai piroli o bischeri nella cavigliera (che servono a tenderle e modificarne la tensione, quindi all'accordatura). Le corde passano su di un sostegno all'inizio del manico (capotasto), scorrono al di sopra della tastiera e si appoggiano sul ponticello, una lama verticale, in legno di acero, che trasmetterà la vibrazione delle corde al piano armonico. Vanno infine a fissarsi alla cordiera, collegata, per mezzo di un apposito cavo, al bottone. Il ponticello ha due funzioni: trasmette le vibrazioni sonore alla cassa armonica, dove vengono amplificate e riflesse, uscendo infine dalle effe; mantiene le corde in una posizione arcuata, permettendo all'archetto di toccarne una sola. Il violino nella sua forma moderna è, nella sua essenza quanto mai "antica" ed artigianale (non contiene alcuna parte metallica al di fuori delle corde), una "macchina di precisione" in uno stato di delicatissimo equilibrio: le forme, i vari elementi ed anche i più minuti dettagli costruttivi, oltre alla grande cura nel montaggio, derivano da un affinamento rimasto quasi immutato da più di 500 anni. Le curvature di piano e fondo, la forma della catena e delle "effe" e lo spessore dei legni usati sono determinanti per la qualità e la personalità del suono dello strumento. Su questi parametri si può, in parte, anche intervenire a posteriori: spostare anche solo di un millimetro gli elementi "mobili" come anima e ponticello provoca cambiamenti evidenti: è la cosiddetta "messa a punto" dello strumento eseguita per ottenere caratteristiche sonore ricercate dal violinista o per ottimizzare la resa dello strumento. Cassa e riccio vengono ricoperti da una vernice, a base d'olio o di alcool, ricca di resine vegetali ed altri pigmenti. I liutai sono da sempre impegnati nello studio delle antiche ricette per le vernici e nell'elaborazione di nuove, dal momento che la vernice determina in maniera forte l'impressione estetica dello strumento e condiziona anche la resa sonora.

L'archetto

L'archetto, più spesso semplicemente detto arco, è costituito da un'asticella di legno molto elastico, modellato e curvato a fuoco, ai cui estremi (detti punta e tallone) viene agganciato, mediante un'operazione tecnicamente definita "incrinatura" (talvolta anche "crinatura"), un fascio di crini di coda di cavallo maschio, tenuto teso da un meccanismo a vite chiamato nasetto. La bacchetta può avere sezione circolare per tutta la sua lunghezza (più frequente negli archi di grande pregio), oppure sezione ottagonale per più di metà arco smussandosi poi alla punta fino a raggiungere la sezione circolare. I crini vengono fatti sfregare sulle corde mettendole in vibrazione e producendo il suono. Per ottenere l'attrito necessario a mettere in vibrazione le corde, il violinista passa sui crini la colofònia (detta comunemente "pece") composta prevalentemente di resina di larice ed altre sostanze che determinano la possibilità per il crine di mettere in vibrazione la corda.

StuPanda

Nessun commento:

Posta un commento